Simonè

Simona Amato, in arte Simonè, nata a Messina nel 1972 frequenta il Liceo Artistico “Ernesto Basile” Laureata poi all’Accademia delle Belle Arti a Firenze. Artista poliedrica si ispira alla pittura astratta figurativa alternata a quella che si rifà a quella pop e ai fumetti. Partecipa a varie collettive fino ad arrivare con critici di arte come Vittorio Sgarbi Biennale , Antonella Nigro che la vuole come unica rappresentante artista pop all’ambasciata Araba Egiziana di Roma. La sua pittura, la forza del colore è presente in ogni opera ed e tra gli elementi che la contraddistinguono. L’artista analizza la contemporaneità e la sua rappresentazione artistica attraverso i mezzi di comunicazione, dunque studia e reinterpreta suggestioni ed immagini che provengono dal cinema, dalla televisione, dalla pubblicità, dalla fotografia, dal fumetto: i mass media creano modelli e idoli che divengono protagonisti delle opere.

Raffigurazioni pop che condividono, con l’arte americana degli anni Sessanta, l’interesse per gli stimoli provenienti dalle manifestazioni sociali esterne, ma che non vogliono mettere da parte lo studio introspettivo dell’individuo. Se nelle tele di Simona Amato si possono riscontrare le sgargianti tavolozze cromatiche e le precise e definite figurazioni dei soggetti, memori delle opere di Roy Lichtenstein, non si può affermare che l’anelito dell’artista sia quello di una descrizione della sola realtà contingente. Simona trova particolarmente congeniale il linguaggio pop per le sue iconografie contemporanee e per l’utilizzo di cromie accese e prive di sfumature, ma ella si svincola dai lacciuoli della mera riproduzione laddove propone un disegno, seppure realistico, libero di danzare tra novità stilistiche e ghirigori liberty, così come con il colore che, sovente, non segue la visione retinica. La ricerca dell’artista, concentrata su un figurativo definito e di forte impatto visivo, si arricchisce di una serie di dipinti legati alla dimensione più profonda del non detto, dell’arcano celato dall’ apparenza: nascono così effigi femminili cariche di fascino e di mistero affioranti dalla frantumazione del colore, da un corposo spatolato, dai fondi divenuti indistinti e atemporali, dal dripping che le accarezza come pioggia inattesa o le veste come cascata di scintille.

Espone a Milano assieme a i grandi dell’ arte contemporanea come Andy Wharol e Renato Guttuso, Varie sono le mostre : Castello Arechi Salerno Art Salerno (Sa) ,Biennale(Sa),Casa Cava (Ma), Galleria Spazio 40 (Roma), Ex tabacchificio (Mercato S. Severino), Museo Moa Eboli con Frida, Casa San Remo, Berlino Now Art etc.

La Venere di Milo

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